La sigla CBD, è l’abbreviazione di cannabidiolo, è una sostanza estratta dalla cannabis che è disponibile in commercio in molte forme e che sta diventando recentemente molto popolare come integratore per il trattamento di molte condizioni patologiche, compresa l’iperattività e l’ADHD nei bambini. Vediamo insieme i vantaggi e gli svantaggi su come usare questo prodotto sui più piccoli.
Nessun medico penserebbe di dare ad un bambino della cannabis psicoattiva senza un motivo molto molto valido (come la cura di epilessia farmacoresistente), scelta molto diversa è invece decidere di iniziare una cura a base di CBD per bambini o neonati. Potrebbe sembrare strano per qualcuno, ma stiamo parlando di un estratto della cannabis che contiene molecole non psicoattive e dalle pochissime controindicazioni.
Dato che il CBD non è psicoattivo viene considerato sicuro in moltissimi stati dove il consumo di cannabis è regolamentato in base alle evidenze scientifiche e può essere somministrato ad adulti e bambini per curare o gestire alcune condizioni di salute (ovviamente come per la maggior parte degli integratori sempre previo parere medico).
Il CBD ha effetti stupefacenti o psicoattivi sui bambini?
Essendo un derivato della cannabis composto da un cannabinoide è giusto farsi delle domande sugli effetti del CBD. Ma ogni concentrato di cannabidiolo puro e di qualità è un prodotto sicuro per i bambini che non può avere effetti stupefacenti se il livello di THC del prodotto risulta inferiore allo 0,3%. Il THC (tetraidrocannabinolo) è il principale componente psicoattivo della pianta di cannabis nonché il vero responsabile dello “sballo” associato alla marijuana.
Questa molecola può essere presente solo in tracce nell’estratto di CBD (per legge sotto lo 0,3%) e a questo livello non è possibile che abbia effetti sull’organismo, nemmeno per quanto riguarda i bambini.
Somministrare il CBD ai bambini è legale?
Non c’è chiarezza in Italia sulla somministrazione di CBD, in quanto non si parla molto di questo prodotto come integratore alimentare o fitoterapico. Quindi il CBD si può legalmente somministrare ai minori di 18 anni (non ci sono divieti al riguardo) in quanto non ha effetti intossicanti. Negli Stati Uniti ad esempio è considerato un integratore alimentare come in molti altri Paesi del mondo. Acquistando prodotti con etichette chiare e produzione sicura non si rischia la contaminazione con THC e si garantisce un’assunzione sicura e legale del prodotto anche per i bambini.
ADHD e CBD nei bambini
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo neurologico molto comune che colpisce circa 1 bambino su 15 in Italia. Queste condizioni vengono spesso gestite con la somministrazione di farmaci stimolanti, tra cui l’Adderall e il Metilfenidato, che aiutano la gestione dei i sintomi e portano un po’ di tranquillità in famiglia ma spesso presentano pesanti effetti collaterali molto negativi e invalidanti. Molti genitori e medici non completamente soddisfatti da queste cure cercano opzioni alternative o integrazioni naturali ai farmaci d’elezione.
Il CBD è molto richiesto recentemente come nuovo promettente trattamento per i sintomi dell’ADHD, soprattutto per la limitazione dell’iperattività: aiuta i bambini a rimanere calmi, a concentrarsi meglio e ad alleviare ansia ed insonnia senza però avere effetti sedativi.
Effetti collaterali del CBD sui bambini
La diffusione dell’olio di CBD è relativamente recente e questo prodotto non è ancora stato ampiamente testato per l’uso nei bambini e nei neonati. Non essendoci studi longitudinali sui suoi effetti sui minori non è possibile dare certezze sulla mancanza di effetti collaterali del cannabidiolo sui bambini.
Detto questo una delle ragioni per la quale il CBD sta diventando un’opzione così ricercata per la cura delle patologie infantili (patologie autoimmuni, epilessia, ADHD, ADD, disturbi dell’umore…) è perché nella pratica chi l’ha provato conferma che ha veramente pochi effetti indesiderati rispetto alla maggior parte dei farmaci.
Nel caso di assunzione contemporanea di farmaci è però molto importante chiedere il parere di un medico specialista prima di introdurre cure a base di CBD, in quanto questa molecola potrebbe interagire con altri farmaci, perché (proprio come il pompelmo) il CBD interferisce con alcuni degli enzimi necessari per metabolizzare alcune molecole farmacologiche.
Un fattore che andrebbe sempre considerato è che i prodotti a base di CBD non sono tutti uguali: non contengono percentuali identiche di CBD e inoltre esistono versioni che utilizzano la pianta intera o altre che partono da un estratto sintetico. Molti esperti concordano sul fatto che le formule a “pianta intera” siano le migliori in quanto qualità ed efficacia. Anche per questo motivo è importantissimo selezionare un brand altamente qualitativo e sicuro.
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